Attualità

IMMIGRATI. Lampedusa: immigrati rientrati nel Cpa

sabato 24 gennaio 2009
Oltre un migliaio di migranti ospiti del Cpa di Lampedusa sono fuggiti poco dopo le 10 dal centro, forzando i cancelli d'ingresso e riuscendo ad aggirare i controlli delle forze dell'ordine. Altri trecento erano scappati stamane, all'alba. Polizia e carabinieri avevano immediatamente avviato posti di blocco per rintracciare tutti i fuggitivi. È l'epilogo di giornate di tensione che hanno interessato la struttura dove sono stipate 1.300 persone a fronte di una capienza di 800 posti. Gli immigrati fuggiti dal Cpa si sono diretti in corteo verso la piazza del Municipio di Lampedusa e gridano slogan: «Libertà, aiutateci». Non sono stati bloccati dalla polizia che li ha, invece, affiancati lungo il percorso senza intervenire. Giunti nella piazza del Comune, colma di residenti, gli stranieri sono stati accolti tra gli applausi dei lampedusani. Gli ospiti del Cpa hanno ringraziato gli abitanti dell'isola, ma hanno continuato a gridare e a chiedere libertà e la possibilità di vivere normalmente. «Aiutateci ad avere una vita normale, a riunirci alle nostre famiglie. Qui siamo trattati malissimo, non curati e infreddoliti», hanno detto alcuni di loro. Vogliono andare nei Cpt del Paese e da qui andare dai loro cari nel nord Italia e in Europa. Gli amministratori gli hanno promesso il loro impegno e sostegno e li hanno invitati a tornare nel Cpa. Già cinquecento di loro lo avrebbero fatto, sempre in modo pacifico.  Il Viminale: «Nessuna fuga». Intanto il Viminale fa sapere che la situazione è sotto controllo e che non si può parlare, tecnicamente, di una fuga. Il ministero dell'Interno fa presente infatti che «il Centro di Prima Accoglienza, a differenza del Centro di Identificazione ed Espulsione, non prevede l'obbligo di permanenza. Per questo la polizia non è intervenuta, limitandosi a garantire che non vi fossero scontri e violenze». La nota del Viminale sottolinea inoltre che «già un centinaio di clandestini che avevano lasciato il Centro per manifestare, in queste ore sono rientrati nella struttura».Il sindaco De Rubeis: «Napolitano all'oscuro». «Ho parlato questa mattina con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Purtroppo ho dovuto comprendere che della situazione gravissima che si è determinata negli ultimi giorni a Lampedusa le più alte cariche dello Stato ne sanno poco o nulla». Lo ha detto il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis (Mpa), commentando gli sviluppi della situazione sull'Isola. «Forse i loro "informatori" - ha aggiunto - stanno filtrando le notizie in modo da non fare comprendere la realtà dei fatti, addossando a me e alla mia amministrazione responsabilità che non abbiamo».Ieri tensione e scontri. Ieri sull'isola era stata un'altra giornata di tensione, con lo sciopero generale organizzato dal sindaco Dino De Rubeis e da tutta la giunta comunale (di entrambe le parti politiche), cui ha aderito la quasi totalità della cittadinanza, in segno di protesta contro la decisione del Viminale di costruire sull'isola un nuovo centro, atto all'identificazione ed espulsione degli extracomunitari irregolari. «Non siamo razzisti - aveva spiegato il sindaco dell'isola -, non abbiamo nulla contro i migranti, ma pensare a un nuovo centro che sarebbe una sorta di lager è impensabile. I rimpatri diretti da Lampedusa sono impraticabili e ritenere che tutti gli extracomunitari che arrivano debbano restare da noi, fino al trasferimento nel loro Paese, è assurdo». Nel corso della giornata alcuni immigrati avevano già cercato di fuggire dal Centro, ma erano stati rintracciati. Gli altri avevano cominciato a protestare vicino alle reti.La preoccupazione dell'Onu. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in una nota, aveva espresso «crescente preoccupazione per la situazione umanitaria dei quasi 2000 migranti, fra i quali molti richiedenti asilo, attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento». «Il centro di accoglienza - continuava la nota - ha una capienza massima di 850 posti e non è in grado di ospitare un così alto numero di persone. Pertanto, centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all'addiaccio sotto teli di plastica come unico riparo. In queste condizioni non possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza».